STRAORDINARIA SERIE DI COPERTINE: UNA INTERA MISSIONE SU MARTE © Bonestell Space Art
Gregory Benford, che conobbe Bonestell nel 1970, gli chiese se leggesse mai le cose che illustrava. Ma no, non gli piaceva molto la fantascienza. "Ogni tanto metteva deliberatamente un artifatto umano nel suo lavoro, un'astronave o una cupola pressurizzata, o una figura in tuta spaziale. Non aveva la minima idea di cosa potesse portare il futuro, e si sentiva a disagio cercando di visualizzarlo. Ma quanto a stelle e pianeti, sì, i suoi amici astronomi potevano dargli descrizioni di come devono essere le cose, e anche lui riusciva a vederle, con qualche recondito occhio della mente, facendole venire giuste. La maggior parte della fantascienza viene rapidamente superata, comunque. Guardate tutte le pinne sulle astronavi, e le Terre senza nubi. Meglio starne alla larga".
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"Il solo personaggio della fantascienza che Bonestell vedeva" continua Benford "era Heinlein, che viveva a un'ora da lì sulla costa. Gli piaceva l'approccio di Heinlein: in qualche modo sembrava più onesto, più vicino ai fatti della scienza. 'E' il titano del settore' diceva pensoso il vecchio, senza mai commentare la propria statura nel campo che aveva in comune con gli scrittori".
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In effetti, nonostante le molte copertine realizzate per le riviste di fantascienza, Bonestell in realtà disprezzava questo genere, e tenne il suo premio Hugo chiuso nel bagno. "Semplicemente, ho sempre sentito che la realtà è più strana dell'immaginazione. E' un vecchio detto, ma è proprio così. Per me, la maestà della galassia è sempre stata più meravigliosa della spazzatura di fantascienza. Be', ammetto di aver fatto una buona dose di soldi con le copertine di fantascienza... ma mi piacciono anche i soldi". Rimase deluso quando le sonde spaziali mostrarono la Luna sul serio. "Sembrano le colline di Berkeley" disse, ma si dice che pianse durante il primo allunaggio umano. Di felicità... o per l'ultimo oltraggio alle sue opere? viene da chiedersi.
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