PLACIDA SUPERFICIE DI MERCURIO © Bonestell Space Art

L'attuale curatore della raccolta delle opere complete di Bonestell, Melvin Schuetz, fu catturato proprio da La conquista dello spazio, in una mensa scolastica, quando faceva... la terza elementare. "I meravigliosi dipinti catturarono immediatamente la mia immaginazione, e mi colmarono di sacro timore. Sfogliarli era l'equivalente di imbarcarsi su una nave passeggeri diretta sulla Luna, il sistema solare, e i mondi più oltre. Le immagini erano coinvolgenti: non solo raffiguravano lo spazio esterno... mi ci portavano. Ciò era possibile perché Bonestell aveva viaggiato nel cosmo ben prima di chiunque altro... e portato il suo pennello con sé. Aveva orbitato intorno alla Terra prima di Gagarin e Glenn, lasciato impronte sulla polverosa superficie lunare prima di Neil Armstrong, osservato un tramonto marziano prima del Viking, ed esplorato Giove, Saturno, Urano e Nettuno prima che i Voyager visitassero quei giganteschi pianeti gassosi". Quel libro fece lo stesso effetto su molti altri, perfino su Carl Sagan, che affermò di non sapere come sembrassero gli altri mondi prima di vedere i dipinti di Bonestell.

NELL'INFERNO DI VENERE, DOVE PERFINO LA PROSPETTIVA E' DISTORTA © Bonestell Space Art

"Non ho dubbi" dice Joseph Chamberlain, direttore dell'Adler Planetarium "che Chesley Bonestell, con le sue meravigliosamente accurate rappresentazioni sia degli obiettivi da esplorare che degli stumenti dell'era spaziale, ci abbia aiutato a creare lo scenario per quel che era certamente a venire. Perfino adesso, a decenni dallo Sputnik, non possiamo evitare di meravigliarci del fatto che i veicoli spaziali di Bonestell potrebbero essere foto a colori di una missione contemporanea. Si potrebbe anche suggerire che senza Bonestell e le sue opere d'arte, l'era della NASA avrebbe potuto essere rimandata di molti anni, o potrebbe non essersi ancora verificata".

ALBA SULLA LUNA © Bonestell Space Art

"Ci sono certi pericoli nello scrivere dei propri eroi, e nel caso di Chesley Bonestell, c'è il pericolo ulteriore di ripetere cose già indubbiamente dette da altri" dice il pittore Vincent Di Fate. "Eppure nessuno che sia stato figlio degli albori dell'Era Spaziale può negare la sua influenza. Ci ha mostrato la bellezza dove l'occhio nudo poteva vedere solo tenebre, e a quelli di noi che amano l'avventura, ha mostrato che non occorreva che l'umanità fosse limitata ai confini della Terra, ma piuttosto che la nostra specie possa tendersi quanto più lontano l'ambizione e la determinazione riescano a condurla. E in quelle rare occasioni in cui Bonestell fallì nel mostrarci con assoluta fedeltà come stavano le cose fu perché, da da consumato artigiano, si spinse troppo oltre, aspettandosi maggiore perfezione di quanta l'universo fosse preparato a darci. Siamo fortunati a condividere la sua visione in un tempo in cui sta per cominciare la più grande avventura dell'umanità".

MINATORI DEGLI ASTEROIDI © Bonestell Space Art

A Bonestell rende omaggio anche Ben Bova: "Il suo dipinto del pianeta Saturno visto dalla luna più grande, Titano, mi ispirò a scrivere il mio primo racconto pubblicato, che più tardi si sviluppò nel romanzo As on a Darkling Plain. Ormai le astronavi hanno fotografato i pianeti esterni e le loro lune, e oggi sappiamo che alcuni delle speculazioni scientifiche su cui si basò il lavoro di Bonestell erano errate. Ma a chi importa? Le sue stesse opere resteranno come monumento a quell'uomo, al suo spirito indagatore e alla splendida maestria artistica. Dovremmo costruire un museo appositamente per l'opera di Bonestell - sulla Luna - grati per averci fornito la visione che ha rivolto i nostri occhi alle stelle".

DUE VEDUTE DELLA VIA LATTEA, LA NOSTRA GALASSIA © Bonestell Space Art


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