COME VON BRAUN "NON" CONQUISTO' LO SPAZIO

di Fabio Feminò

Negli Stati Uniti esiste un filone di romanzi fantascientifici ambientati in situazioni storiche immaginarie, ma che avrebbero potuto verificarsi davvero se certi avvenimenti del passato fossero andati in modo diverso. Per esempio, l'America avrebbe potuto non essere scoperta; l'Impero Romano poteva non crollare, e l'Asse poteva vincere la guerra Mondiale. Se le cose sono andate come sappiamo noi, può esssere stato per puro caso. Altri avevano fatto piani diversi.

PRIMA COPERTINA SPAZIALE DI COLLIER'S, PIU' RAZZO DI CHESLEY BONESTELL © Bonestell Space Art

Per esempio, nell'immediato dopoguerra, Wernher von Braun aveva cominciato a pensare che la conquista dello spazio poteva essere questione di pochi anni. Quindi, si era messo a propagandarla con lo zelo di un vero profeta. Come scrisse il suo amico Willy Ley, noto scrittore di divulgazione scientifica, "Se un mercante crede in un prodotto e ha il modo di lanciarlo, avrà senz'altro successo. Ciò che Wernher vende, in definitiva, è la sua fede nella inevitabilità del volo spaziale".

"Anche se continuiamo i nostri calcoli fino a quando l'inferno si congela" affermò, "non gliene importerà a nessuno. Quindi mi rivolgerò al pubblico, perché è là che dobbiamo piantare i semi dell'esplorazione spaziale!" Tenendo conferenze e seminari in tutta l'America, von Braun si guadagnò il titolo di "Mister Spazio". E a un certo punto, una delle più importanti riviste illustrate gli offrì di curare una serie di articoli di divulgazione.

RAZZO ALATO RIUTILIZZABILE, OPERA DI FRED FREEMAN, E RITRATTO DI VON BRAUN CON UN MODELLINO

La rivista si chiamava Collier's, e negli anni '50 faceva concorrenza a Life, Look, e al Saturday Evening Post. Scomparve nel 1957, c'è chi dice proprio perché diffondeva idee troppo insolite per il pubblico medio. La decisione di pubblicare qualcosa sullo spazio fu presa nel 1951 da un redattore di nome Gordon Manning, che decise di radunare alcuni esperti per sentire il loro parere. In ottobre le persone scelte si riunirono all'Hayden Planetarium di New York sotto la supervisione di Cornelius Ryan, il celebre autore dei romanzi Il giorno più lungo e Quell'ultimo ponte. Oltre a von Braun c'erano Fred Whipple, un astronomo della Harvard University, Joseph Kaplan, un professore di fisica, e un esperto di medicina dell'Air Force di nome Heinz Haber. Venne consultato anche Oscar Schachter, un esperto legale delle Nazioni Unite. Il responso fu rapido: i viaggi spaziali non solo erano possibili, ma potevano essere spiegati e illustrati con dovizia di particolari tecnici.

Fu deciso che i testi sarebbero stati scritti da von Braun insieme allo scrittore Willy Ley, e Ley e von Braun prepararono uno schema completo di varie missioni. Il primo articolo apparve il 22 marzo 1952, ed era intitolato "L'uomo conquisterà lo spazio. Che stiamo aspettando?" Il testo iniziava con la descrizione del lancio di un satellite artificiale con tre scimmie a bordo. Qualche tempo dopo sarebbero iniziate le prove per la scelta di un equipaggio umano. Il razzo destinato a portare in orbita degli uomini doveva essere alto 70 metri, con un equipaggio di dieci persone: tutti gli stadi sarebbero stati dotati di ali, per riutilizzarli dopo il lancio. Secondo von Braun, i luoghi ideali per la partenza erano il piccolo possedimento americano di Johnston Island, nel Pacifico, oppure la base aerea di Cocoa, in Florida, non lontano da dove si trova adesso Cape Canaveral.

STAZIONE SPAZIALE DI VON BRAUN, OPERA DI CHESLEY BONESTELL © Bonestell Space Art

Ley e von Braun pensarono che nel 1963 i tempi potessero essere maturi per la costruzione di una stazione spaziale a forma di ruota. Scrisse Ley: "La sezione trasversale del satellite artificiale rappresentata nell'illustrazione (VEDI IN BASSO) include una quarantina di uomini, supponiamo quindi che l'equipaggio comprenda in totale 80 persone. Per quanto riguarda l'atmosfera, l'uso dell'elio in luogo dell'azoto permetterà di conseguire risparmio di peso. Per generare ossigeno, basterebbero alcune vasche di alga clorella, dalla superficie totale di 20 mq". Ogni uomo avrebbe avuto a disposizione 2 litri di acqua potabile al giorno e banchettato a... pillole? No, costolette e bistecche. L'acqua non potabile avrebbe potuto essere trasportata a bordo sotto forma di ghiaccio. "Basterebbe un leggero involucro per rendere maneggevoli e facilmente stivabili i grossi blocchi". I rifiuti sarebbero stati sganciati verso la Terra per bruciare nell'atmosfera. " Il diametro della stazione, della struttura simile a quella di una ruota, sarà di 75 metri, e l'anello esterno avrà a sua volta un diametro di 9 metri disposti su tre piani". Una doppia parete avrebbe protetto da meteoriti e radiazioni. Uno specchio rotante avrebbe permesso di sfruttare l'energia solare invece di quella atomica. Ley non aveva previsto i satelliti per telecomunicazioni e pensava che quindi il contatto radio con la terra si sarebbe limitato a 20 minuti ogni 2 ore. Le navette in transito sarebbero approdate dentro appositi anelli stagni di gomma gonfiabile, in controrotazione rispetto al resto della stazione e situati in "torrette" alla sommità. La stessa idea venne ripresa in un film intitolato La conquista dello spazio, prodotto da George Pal, una specie di Spielberg dell'epoca, e che vide von Braun come consulente tecnico.

SPACCATO DELLA STAZIONE SPAZIALE, OPERA DI FRED FREEMAN E TUTA SPAZIALE, OPERA DI ROLF KLEP

Ecco come Von Braun descriveva la stazione spaziale: "Anche se i suoi occupanti non avvertiranno alcuna sensazione di moto nello spazio, la ruota girerà attorno al globo alla velocità di 25.400 chilometri all'ora, compiendo in due ore una rivoluzione completa. Secondo uno degli attuali progetti, la base sarà composta da 20 sezioni di nylon e altre sostanze plastiche. Ognuna di queste sezioni sarà un'unità indipendente, che una volta montata insieme alle altre a formare un anello chiuso, potrà essere suddivisa in scompartimenti simili a quelli dei sommergibili: venti compartimenti stagni, per evitare che una meteorite, penetrata nella stazione, provochi la fuga di tutta l'aria che vi sarà contenuta. Le pareti, di una speciale materia plastica, saranno comunque tanto resistenti da fermare il 99% dei piccoli bolidi celesti. Le varie sezioni verranno trasportate in orbita ripiegate su se stesse; una volta, poi, che la ruota sia stata montata e fissata, le sezioni verranno gonfiate come una gomma d'automobile, fino a dare all'intera struttura la rigidità necessaria. Se l'anello di 75 metri compierà una rivoluzione ogni 12,3 secondi, si otterrà una gravità sintetica equivalente a quella terrestre, o 1 g. Al centro della ruota sarà posta l'entrata, con le camere di decompressione; di qui gli astronauti accederanno, lungo il tubo che costituirà l'asse, alla circonferenza. La vita sarà angusta e complicata per i conquistatori dello spazio, che si troveranno in condizioni paragonabili a quelle di un moderno sottomarino. Ciononostante, lo sviluppo della stazione spaziale è inevitabile come il sorgere del Sole: l'uomo ha già ficcato il naso nello spazio ed è improbabile che lo tirerà indietro".

VOLO ESPLORATIVO SULLA LUNA E PAESAGGIO LUNARE © Bonestell Space Art


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