DETTAGLI DELLE ASTRONAVI LUNARI E SPACCATO DEGLI ALLOGGI PER L'EQUIPAGGIO, OPERA DI ROLF KLEP E FRED FREEMAN (© ignoto)

Secondo Cornelius Ryan, "quest'isola celeste costruita dall'uomo potrebbe servire da piattaforma di lancio per proiettili radiocomandati. Missili muniti di bombe atomiche potrebbero essere lanciati con micidiale precisione contro qualsiasi bersaglio situato sulla superficie terrestre e riuscirebbe impossibile intercettarli. In altre parole, chiunque riuscisse a costruire per primo una base sospesa nello spazio potrebbe impedire a ogni nazione del mondo di fare altrettanto. Ma in possesso di nazioni amanti della pace, la base siderale potrebbe essere la custode celeste dell'umanità. L'equipaggio scorgerebbe, ad esempio, i bombardieri disposti in formazione di partenza sulle piste degli aeroporti, i concentramenti di truppe, gli aeroplani in volo dalle portaerei; in sostanza, nessuna mossa di carattere aggressivo potrebbe passare inosservata e non una nazione al mondo potrebbe intraprendere preparativi bellici senza essere matematicamente certa di venire osservata da occhi sempre vigili, a bordo della 'sentinella nello spazio'". Ryan, tuttavia, non aveva immaginato che gli stessi compiti potessero essere svolti da capsule di piccole dimensioni e completamente automatiche, come avvenne in realtà.

COSTRUZIONE DELLE ASTRONAVI LUNARI, DI CHESLEY BONESTELL © Bonestell Space Art

Il 1964 - sempre secondo un altro articolo, pubblicato il 18 ottobre 1952 - sarebbe stato l'anno dello sbarco sulla Luna. Cornelius Ryan commise tuttavia un altro errore clamoroso: "E' credenza diffusa che l'uomo volerà direttamente dalla Terra alla Luna, ma per farlo, ci occorrerebbe un veicolo di proporzioni così gigantesche da rivelarsi economicamente irrealizzabile. Inoltre, allo scopo di dare alla spedizione un margine di sicurezza, non dovremmo usare una nave sola, ma un minimo di tre. Per un volo senza scalo Terra-Luna e ritorno, ogni missile dovrebbe essere più alto dell'Empire State Building e dieci volte più pesante della Queen Mary!" Be', nonostante sembrasse assurdo, questi missili furono costruiti davvero...

AVVICINAMENTO E ATTERRAGGIO SULLA LUNA (CHESLEY BONESTELL, © Bonestell Space Art)

Nei piani di Collier's, usando la stazione spaziale come cantiere, sarebbero state costruite in orbita tre enormi astronavi lunghe 50 metri. Per trasportare i pezzi e il propellente dalla Terra sarebbero occorsi ben 360 voli, contro i venti sufficienti per la stazione orbitale. Non era previsto l'uso dell'energia atomica. "Due delle navi lunari saranno cariche di propellente per il viaggio di andata e ritorno. La terza nave, che non farà ritorno, trasporterà solo provviste e attrezzature per il soggiorno degli astronauti sulla superficie lunare. Quando l'intelaiatura sarà a posto, verranno montati grossi ammassi di nylon e plastica che formeranno le cabine degli astronauti. Una volta gonfiate d'aria, diventeranno sferiche. Immediatamente dopo verranno installati i serbatoi di propellente. I due veicoli da trasporto passeggeri sembreranno in realtà un gruppo di sfere in una struttura metallica. Il terzo veicolo, destinato al carico, avrà invece come struttura centrale un grande cilindro simile a un silo". La sfera superiore sarebbe stata adibita ad alloggio e divisa in cinque livelli: in tutto, le tre navi dovevano ospitare un totale di 50 astronauti. Alla base di ogni nave sarebbero stati collocati 30 motori razzo, e dalla Terra l'accensione simultanea di tutti e 90 i motori sarebbe sembrata "la nascita improvvisa di una nuova stella".

PRIME OPERAZIONI DI SBARCO, SENZA PIU' I SERBATOI SFERICI DI CARBURANTE (OPERA DI CHESLEY BONESTELL, © Bonestell Space Art)

Durante il volo, i serbatoi di propellente usati per la partenza sarebbero stati sganciati, e quindi le astronavi avrebbero perso l'aspetto di un cumulo di sfere. Gli astronauti avrebbero potuto godere delle stesse comodità che oggi si prevedono per la Stazione Spaziale Internazionale. Il luogo d'atterraggio scelto era il Sinus Roris, a nord del Mare Imbrium, e il soggiorno sulla Luna sarebbe durato sei settimane."Le fiamme dei razzi lambiranno l'arida superficie lunare" scrisse von Braun. "La base rotonda del carrello d'atterraggio affonderà nella soffice polvere vulcanica. Poi le quattro zampe estensibili si allargheranno per sostenere il peso del veicolo. Il ronzio dei motori si spegnerà, e resterà il silenzio. Allora avremo raggiunto la Luna".

SPACCATO DI BASE LUNARE RIPARATA DA UN CREPACCIO (FRED FREEMAN, © ignoto) E INSTALLAZIONE DI UN TELESCOPIO LUNARE (CHESLEY BONESTELL, © Bonestell Space Art)

I razzi sarebbero poi stati scaricati, cominciando dai trattori per la locomozione, e la stessa nave cargo sarebbe stata smontata, tagliata in due metà a forma di mezzo cilindro e usata per costruire una piccola base permanente. Una metà sarebbe servita da alloggio, l'altra da laboratorio. Per ripararsi da radiazioni e meteoriti, sarebbero state collocate in qualche crepaccio. Servendosi dei tre convogli di trattori, gli astronauti avrebbero esplorato la Luna in lungo e in largo. "Anche vicino al campo base" scrisse Ryan, "l'esplorazione sarà un lavoro arduo e difficile. Dovremo superare crateri meteoritici, burroni, grandi pilastri rocciosi, lottando nelle tute ingombranti, sempre nervosi per i meteoriti e attenti alla sottigliezza della crosta. Troveremo minerali rari e di valore? la scala dei valori cambierà sulla Luna. Oro, platino, perfino diamanti, non saranno di importanza per noi, mentre un minerale da cui poter ricavare acqua sarebbe il più prezioso di tutti". A differenza di altri autori, quelli di Collier's riconobbero correttamente la possibilità di irradiare sulla Terra trasmissioni televisive.

CAROVANA ESPLORATIVA SULLA LUNA © Bonestell Space Art

Il più spettacolare obiettivo delle esplorazioni sarebbe stato il cratere Harpalus, a ben 250 miglia di viaggio. Per giungerci ci sarebbero voluti quattro scomodi giorni. "Il percorso sarà lento e difficile" scrisse Ryan. "I veicoli sceglieranno cautamente la strada fra grosse rocce e profondi crepacci. I trattori saranno equipaggiati da congegni automatici per raccogliere campioni, incluse trivelle per prelevare roccia dal sottosuolo. A piedi, gli uomini scenderanno nel cratere quanto più possibile, poi ne verrà calato uno sul fondo con delle funi. Sarà un lavoro pericoloso: nonostante la gravità relativamente lieve, una caduta sarà altrettanto dannosa che sulla Terra". Alla fine, soltanto due razzi avrebbero riportato gli uomini alla stazione spaziale, mentre la base lunare sarebbe rimasta a servire come punto d'appoggio per altre spedizioni.

PARTENZA DALLA LUNA ( © Bonestell Space Art) E BONESTELL INSIEME CON VON BRAUN


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