PRIMO CONTATTO CON MARTE, DI CHESLEY BONESTELL © Bonestell Space Art

Perché le speranze di von Braun vennero frustrate? Gli sbarchi sulla Luna sono stati abbandonati fin dal 1972, e di viaggi su Marte si parla solo come di una remota possibilità teorica. I motivi sono molto complessi: innanzitutto, i piani di von Braun furono invalidati fin dal 1960 da un oscuro scienziato di nome John C. Houboult. Fu lui a proporre di lanciare il razzo lunare dalla Terra e di far arrivare sulla Luna solo la piccola capsula Apollo, agganciata ad una ancora più minuscola chiamata "ragno" che sarebbe servita solo per l'atterraggio. Von Braun si oppose violentemente, ma il metodo di Houboult era più rapido; il progetto fu approvato dal presidente Kennedy in fretta e furia, proprio nei giorni della crisi di Cuba. C'erano ben altre cose a cui pensare. Sembra che una volta finita la crisi il presidente avesse pensato di riprendere i vecchi piani e di costruire non una, ma 16 piccole stazioni spaziali. Per ironia della sorte, però, diede l'annuncio appena un'ora prima di essere assassinato a Dallas, e il progetto cadde nel nulla.

OPERAZIONI DI SBARCO, DI CHESLEY BONESTELL © (Bonestell Space Art) E TRATTORE PER TRAVERSARE I GHIACCI, DI FRED FREEMAN

Per quanto riguarda lo sbarco su Marte, negli anni '60 si diffuse l'idea che fosse solo questione di tempo. Il 15 settembre 1969 il Presidente Nixon promise solennemente che un americano sarebbe sbarcato su Marte entro il 2000. Sempre nel 1969 von Braun propose una missione che sarebbe partita il 12 novembre 1981, sarebbe arrivata a destinazione il 9 agosto 1982, e avrebbe fatto ritorno sulla Terra il 14 agosto 1983. Ma nei primi anni '70 la NASA sprofondò in una crisi rovinosa, dovuta al crollo dell'interesse popolare per tutti i voli spaziali, considerati solo una perdita di denaro. Dividendo per persona, lo sbarco lunare era costato solo cinque centesimi di dollaro al giorno ad ogni cittadino americano. Tuttavia molti politici e sociologi affermarono che questi soldi avrebbero potuto essere impiegati meglio, per esempio donandoli a nazioni del terzo mondo. A quell'epoca la grave instabilità sociale e la guerra del Vietnam indussero molti a ritenere anche che dietro l'esplorazione spaziale si nascondessero loschi interessi delle corporazioni industriali-militari. Il filosofo Lewis Mumford, scomparso di recente, affermò: "Il razzo lunare è un atto di guerra: la prova generale di una macchina per lo sterminio totale".

ARRIVO DI RIFORNIMENTI, E PAESAGGIO MARZIANO © Bonestell Space Art

Così, Marte fu dimenticato. Come andarono le cose, lo raccontò l'oggi defunto senatore americano Spark Matsunaga all'epoca del disastro del Challenger: "La proposta di von Braun fu incorporata nel rapporto di un comitato nominato dal Presidente Nixon per stabilire gli obiettivi del programma spaziale dopo il progetto Apollo. Il rapporto offriva tre opzioni, cominciando dal viaggio su Marte ideato da von Braun, con shuttle e componenti da montare in orbita. La seconda opzione rimandava la missione per Marte alla fine degli anni '80. La terza opzione includeva solo una stazione spaziale e uno shuttle. Col Vietnam che minava il bilancio federale e la volontà nazionale, Nixon rifiutò tutte e tre le opzioni e scelse solo lo shuttle. Tutti gli usi che abbiamo ideato per lo shuttle, e stiamo ora ideando per la stazione spaziale, sono quindi stati concepiti in seguito. L'idea originale era usare lo shuttle e la stazione spaziale per portarci su Marte negli anni '80, e il danno causato al nostro programma spaziale da quella decisione del 1969 sta cominciando solo adesso a manifestarsi".

PRIMA BASE SU MARTE, CON UN VULCANO SULLO SFONDO, DI CHESLEY BONESTELL © Bonestell Space Art

Nel 1969 Cornelius Ryan chiese a von Braun un nuovo articolo per il Reader's Digest, ma il direttore della rivista lo rifiutò. Ryan gli scrisse di essere d'accordo:"Per quanto possa sembrare cinico, la verità è che il clima di questo paese, nella mia modesta opinione, non è più molto favorevole a grosse spese per il programma spaziale. A Von Braun piacerebbe continuare a spendere come un marinaio ubriaco perché, dopotutto, è allo spazio che ha dedicato tutta la vita. Lo informerò gentilmente e appena possibile lo porterò al ristorante, lo fisserò nei suoi profondi occhi teutonici, gli metterò un drink in mano, e lo farò partire per Acquario!"

PAESAGGI MARZIANI © Bonestell Space Art

Intervenendo al Goddard Memorial Symposium del 1972, von Braun affermò che c'erano "inquietanti segni di un'involuzione verso l'interno fra gli americani, che possiamo solo sperare temporanea. Portata agli estremi che si verificarono nella Cina del Medioevo, potrebbe essere una vera catastrofe per l'America moderna. Speriamo di poter imparare dalla storia".

Von Braun si riferiva ad un episodio del quindicesimo secolo, quando i cinesi possedevano una flotta di enormi vascelli con cui attraversavano tutto l'Oceano Indiano, giungendo fino in Africa. Ma nel 1436 venne proclamato un editto per proibire il varo di grandi navi. Entro mezzo secolo le proibizioni si fecero sempre più strette, fino a impedire la costruzione di imbarcazioni con più di due alberi. Stando allo storico Joseph Needham, "la grande flotta di navi inghiottiva fondi che, secondo la visione dei burocrati, sarebbero stati spesi molto meglio nei progetti agricoli per la conservazione dell'acqua, o per la costruzione di granai".

Esiste ancora qualche possibilità che ricominci la "conquista dello spazio" su larga scala, come immaginata negli anni Cinquanta? Forse sì, ma soltanto se tornerà in auge la stessa mentalità di quell'epoca. Come disse von Braun nel 1972, "Bisogna cercare orizzonti lontani non solo per scopi pragmatici, ma perché l'immaginazione e l'anima vengano nutrite dalla meraviglia e dalla bellezza. Nondimeno, l'apertura di nuove frontiere ha sempre dimostrato di servire gli interessi più vitali dell'uomo, sia per la sopravvivenza che per una vita migliore".

PANORAMA MARZIANO E RITORNO DI UN RAZZO SULLA TERRA © Bonestell Space Art


Home Pagina 3 Pagina 5