Le previsioni razionali del futuro, ottimiste o pessimiste che siano, possono essere sconvolte da eventi imprevedibili, ed è qui che entra in gioco la fantascienza. "Immaginiamo" disse John Campbell "che qualcuno inventi l'antigravità entro pochi anni. Quale sarà l'impatto sulla situazione mondiale se la scoperta avverrà in America? O in Russia? O in Svizzera? Cosa succederà ai nostri programmi spaziali basati sui missili? E che ne sarà di quelli che vi lavorano?"

"Se io dicessi che la popolazione degli Stati Uniti il 1 gennaio 2001 sarà di 236.453.328 abitanti" spiegò un tempo lo scrittore Arthur C. Clarke, "sarebbe una previsione sbagliata, a meno di non avere una fortuna sfacciata. Comunque, uno statistico potrebbe dire che la popolazione degli USA in quella data ha il 90% di probabilità di essere fra 220 e 240 milioni, e se facesse un buon lavoro potrebbe avere ragione. Basterebbe prendere i tassi di nascita, di morte, di immigrazione e di emigrazione, fare ragionamenti attendibili sui loro valori futuri e qualche operazione aritmetica. Ma questo procedimento richiede che la storia non riservi sorprese, come invece fa abitualmente. La popolazione degli USA nel 2001 potrebbe essere solo di un paio di milioni, dopo una catastrofe. Oppure il Re (!) potrebbe ordinare la clonazione multipla di tutti i cittadini di nome Kennedy, e la popolazione balzerebbe in un anno da 230 milioni a un miliardo".

Naturalmente, per questi capricci della storia, gli stessi scrittori di fantascienza si rendono conto della fragilità delle proprie costruzioni mentali. Allora, perché la futurologia continua a prosperare? Perché io stesso, Fabio Feminò, oltre a profezie "recenti" continuo a raccogliere vecchi libri sui viaggi spaziali e sull'energia atomica che non si realizzeranno mai? Pohl dà la vera risposta: "La sola buona ragione per tentare di prevedere il futuro è far sì che ora, nel presente, possiamo cercare di fargli posto fra i desideri del cuore".

Nonostante i numerosi fiaschi e le incognite del destino come l'11/9, forse potrebbe arrivare anche in Italia il successo degli istituti di "futurologia" americani specializzati in consulenze per grandi aziende. Una organizzazione che raccoglie tutti i "futurologi" più noti è la "World Future Society", 7910 Woodmont Avenue, Suite 450, Bethesda, Maryland 20814, USA. La WFS (www.wfs.org) non effettua alcuna previsione, ma pubblica le riviste The Futurist (bimestrale, cui in passato hanno collaborato Pohl, Asimov, Clarke e perfino Gene Roddenberry, abbonamento annuale $45 con l'occasionale supplemento gratutito Future Times e con l'e-magazine Futurist Update), Future Survey (mensile, solo per veri adepti, abbonamento annuale $98), Futures Research Quarterly (trimestrale, sempre per veri adepti, abbonamento annuale $77) e, oltre ad organizzare, soltanto negli USA, congressi e seminari. Ecco un'idea delle ipotesi fatte:

Confessioni a computer "preti" dotati di intelligenza artificiale, 2004.

Bambini su misura, 2005.

Tatuaggi video, 2010.

Robot delle dimensioni di insetti per compiere l'impollinazione, 2012.

Carte d'identità rimpiazzate da scansioni biometriche, 2015.

Nanorobot nel dentifricio per attaccare la placca, 2020.

Telepatia artificiale diventa comune mezzo di trasmissione, 2025.

Prime Olimpiadi bioniche, 2030.

Chip per il controllo delle emozioni usati sui criminali, 2030.

Costruzione di una base lunare delle dimensioni d'un piccolo villaggio, 2040.

Queste ipotesi si possono benissimo prendere per scherzo, ma ci portano anche al punto dolente dell'Italia. Nell'800, l'inventore C. F. Kettering disse "Mi interessa il futuro, perché è là che dovrò passare il resto della mia vita". Non è normale, né tantomeno democratico, che negli ultimi decenni la cultura italiana abbia subito un'involuzione verso il passato, ristampando opere di Che Guevara e ignorando completamente ogni ipotesi sul futuro. Come scrisse Tocqueville già nel 1830, "Le nazioni democratiche si curano poco di ciò che è stato, ma sono attratte dalle visioni di ciò che sarà: in questa direzione, la loro immaginazione deve crescere senza limiti e dilatarsi oltre ogni misura".


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