Sulla stessa scia, negli anni '50 divenne opinione quasi unanime che lo scoppio di una guerra nucleare fosse alle porte, tanto che nel 1961 Bertrand Russell affermò in un suo libro "E' impossibile sapere se la razza umana durerà tanto a lungo da veder pubblicate queste righe". Come oggi sappiamo, non accadde nulla.

Una delle tematiche preferite dai catastrofisti è stata quella dell'"esaurimento delle risorse", che, accoppiato alla crescita demografica, avrebbe dovuto provocare miseria e carestie. A questo riguardo, il celebre "Club di Roma" predisse nel 1972 che le riserve mondiali di oro si sarebbero esaurite dopo nove anni, quelle di mercurio e argento dopo 13, quelle di stagno dopo 15, di petrolio dopo 20 e di metano dopo 22. Uno degli ambientalisti più influenti d'America, Paul Ehrlich, aveva raggiunto la fama alla fine degli anni '60 con un libro intitolato The Population Bomb, in cui prevedeva che entro gli anni '70 la sovrappopolazione avrebbe provocato una catastrofe ecologica planetaria. "Non c'è abbastanza cibo oggi" scrisse. "Quanto ce ne sarà domani è aperto al dibattito. Se hanno ragione i pessimisti, gigantesche carestie si verificheranno presto, forse nei primi anni '70, certamente nei primi anni '80".

Nel 1969 Ehrlich scrisse un articolo intitolato "Eco-Catastrophe!", uscito sull'oscura pubblicazione Ramparts, che immaginava la "storia" dei disastri ecologici dal punto di vista di un uomo del futuro. Ecco cosa diceva: "Le scorte d'acqua si deteriorarono rapidamente. I casi di epatite e di dissenteria aumentarono del 500% fra il 1970 e il 1974... L'anno 1973 vide i disastri dello smog di New York e Los Angeles, e improvvisamente i nostri cittadini ebbero di fronte più di 200.000 cadaveri... Entro il settembre 1979, tutta la vita marina animale si era estinta..." Riprendendo poi a parlare dal punto di vista del 1969, scrisse: "Ci sono voluti alcuni milioni di anni perché la popolazione mondiale raggiungesse un totale di due miliardi di persone nel 1930, mentre altri due miliardi verranno aggiunti entro il 1975! A quell'epoca alcuni esperti pensano che la carenza di cibo avrà provocato carestie di proporzioni immani. Altri esperti, più ottimistici, pensano che la collisione definitiva fra cibo e popolazione non si verificherà fino alla metà degli anni '80". Oggi, per ironia della sorte, la "fame nel mondo" è quasi scomparsa, ad eccezione dei paesi in preda a guerre o sommosse che impediscono la distribuzione del cibo.

La fantascienza è stata spesso biasimata per il suo eccesso di ottimismo tecnologico. Altro che ottimismo! "Eco-Catastrophe" fu ristampato nelle antologie Best SF: 1969, a cura di Harry Harrison & Brian W. Aldiss, G.P. Putnams 1970; Nightmare Age, a cura di Frederik Pohl, Ballantine 1970; No Room for Man, a cura di Ralph S. Clem, Martin H. Greenberg & Joseph D. Olander, Rowman & Littlefield 1979; Yesterday's Tomorrows, a cura di Frederik Pohl, Berkley 1982. Viene quasi da vergognarsi che la sf sia servita da veicolo per storie così deliranti, no?

Molti catastrofisti hanno inteso "dimostrare" che l'avvenire dell'umanità seguirà le previsioni "ambientaliste", ad esempio riguardo le energie alternative. Ma anche le previsioni sullo sviluppo delle energie alternative hanno lasciato il tempo che hanno trovato. Molte ipotesi entusiastiche vennero fatte sul futuro dell'energia solare. La prima centrale solare, per una bizzarra coincidenza, entrò in funzione a Tashkent, nell'ex-URSS, il 2 dicembre 1942, cioè lo stesso giorno in cui, a Chicago, Enrico Fermi azionò la sua prima pila atomica. Al primo Congresso Internazionale per l'Energia Solare, tenutosi nel 1955 in Arizona, i delegati affermarono che la nuova fonte energetica si sarebbe sviluppata ancora più rapidamente del nucleare. Nell'ottobre 1978 Business Weekly pubblicò un articolo intitolato "The Coming Boom in Solar Energy" in cui l'allora Segretario dell'Energia James Schlesinger prevedeva un rapidissimo sviluppo delle centrali solari. Nulla del genere si è verificato.

L'errore di molti ambientalisti è quello di credere che i numerosi progetti di centrali solari e mulini a vento domestici possano passare direttamente dalla teoria alla pratica senza prima passare attraverso una serie di "filtri" per valutarne la realizzabilità concreta e la convenienza economica. Alla luce di queste constatazioni, fra qualche decennio la visione di una società "ecopacifista" basata sulle energie alternative potrebbe sembrare assurda.


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