Può essere, quindi, che anche nella SF occidentale la virtuale scomparsa dell'ottimismo tecnologico e il dilagare di avventure insensate su pianeti mitici siano solo il preludio a mutamenti catastrofici, forse addirittura l'abbandono in toto delle discipline scientifiche e l'inizio di una nuova Era Oscura. "La scienza non nacque come aspetto inevitabile del progresso, ma piuttosto dalla combinazione accidentalmente favorevole di circostanze sociali disparate" scrisse Poul Anderson in Se c'è vita sugli altri pianeti. "Inoltre il suo stesso sviluppo fu spesso condizionato dal caso e non abbiamo alcuna garanzia che continuerà. Le condizioni sociali potrebbero mutare così radicalmente da far sì che gli scienziati si estinguano come gli adoratori di Osiride."

Con tutto quello che si è scritto sul cosiddetto Sessantotto, forse soltanto io mi sono accorto che, a partire esattamente da quell'anno, un catalogo generale di tutti i libri pubblicati in lingua inglese cominciò a elencare volumi di astrologia in numero superiore a quelli di astronautica e astronomia. Oggi il divario è colossale. In pratica lo Shuttle ha potuto essere costruito solo perché progettato prima del Sessantotto. E' l'inizio di ciò che pronosticava Anderson? Oppure Campbell aveva ragione, nuove forze sorgeranno ed entreranno in azione, la fantasia del viaggio spaziale finirà per schiacciare tutto il resto, inarrestabile come Godzilla, e i nostri posteri andranno veramente nel cosmo? L'immaginazione andrà veramente al potere?

In tal caso, cosa potrebbe succedere? Come scrisse G. Harry Stine in un articolo su Analog, "a un recente convegno è sorta una discussione su quale scrittore di sf avesse previsto il futuro con maggior accuratezza. Williamson? Heinlein? Gernsback? Wells? Kuttner? Asimov? Clarke? Sturgeon? Alla fine è stato lo stesso Heinlein a prendere la parola: 'Ovviamente, è stato Doc Smith nella saga degli Uomini Lente. Di solito è l'impossibile che diventa realtà, anche l'impossibile più pazzesco. Quindi dev'essere per forza Doc Smith'." La sua saga in sei volumi racconta, nel riassunto di James Gunn, "la lunga battaglia tra il bene e il male, tra gli Arisiani (che usano Uomini Lente di varie origini aliene) e gli Eddoriani (coi loro crudeli scagnozzi). La scena è l'intero universo e in gioco non è solo la sopravvivenza individuale o razziale, ma la sopravvivenza stessa del concetto di Bene. I romanzi sono pieni di macchinari, non solo di vascelli non inerziali, ma anche di raggi Q, di raggi trattori, di schermi antiraggi, di pareti schermate, di raggi ad ago, di proiettori, di asce spaziali, di schermi antipensiero, di forze mentali, di Thionite (la peggiore fra tutte le droghe assuefattive) e delle Lenti, bracciali a prova di falsificazione che sono anche comunicatori telepatici."

Heinlein mette inoltre l'accento sul fatto che la nostra civiltà accetta qualsiasi innovazione entro brevissimo tempo, e quindi gli uomini del futuro non si renderanno nemmeno conto di vivere in una civiltà diversa dalle precedenti. Anche vivendo nel 3000 sarebbe lo stesso: come in un famoso racconto di Fredric Brown, Preposterous, la gente prenderebbe tassì atomici, comunicherebbe per telepatia, andrebbe su Marte, e lo considererebbe un fatto scontato. (Lo stesso in Day Million di Frederik Pohl). Ed ecco tre "leggi" ideate dallo stesso Heinlein al riguardo: 1) Qualcosa che per nove giorni sbalordisce, al decimo è considerato ordinaria amministrazione; 2) Una predizione "di buon senso" è senz'altro sbagliata per eccesso di cautela; 3) Più una predizione suona stravagante, più è probabile che si avveri. E un autore più recente, David Brin, rimarca: "E' mia fede personale che le prospettive per il futuro siano buone. Dopotutto, cosa possiamo aspettarci da una specie che comincia solo adesso ad emergere da seimila anni di oscurità e di paura? La nostra gente può essere perdonata se sbircia sospettosamente l'orizzonte dove un opaco chiarore si va diffondendo. Fiutiamo l'aria circostante, e ispezioniamo cautamente il suolo su cui posiamo i piedi. Ma passo dopo passo, stiamo andando avanti. E ho la massima fiducia che quel bagliore all'orizzonte sia l'alba."


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