A guerra finita, superate difficolta economiche oltre che burocratiche, Caesar fissò la propria residenza a Roma e riprese come se niente fosse a disegnare fumetti e copertine per Il Vittorioso. Nel 1952 ebbe luogo la grande svolta della sua vita: venne assunto dall'Arnoldo Mondadori Editore per lavorare ai Romanzi di Urania, il primo periodico di fantascienza italiano, diretto da Giorgio Monicelli. Non era il primo incarico che la casa editrice milanese gli affidava, ma fu certamente il più importante.

Caesar non sapeva, all'inizio, nemmeno che cosa fosse la fantascienza. Ma poco importò. Oltre alle copertine delle riviste fantastiche d'oltreoceano, Caesar si rifece alle strabilianti illustrazioni di Chesley Bonestell che settimanali a larga diffusione come Collier's e Life ospitavano abbastanza regolarmente a corredo di molti servizi di astronomia e astronautica. Come la sua lunga collaborazione a Il Vittorioso può dimostrare, egli era uno specialista nella rappresentazione di marchingegni tecnologici, macchine belliche, e apparati e strumenti d'ogni specie; pertanto era prevedibile che per le sue tavole fantastiche attingesse a questa abbondante iconografia. E quando apparvero i primi articoli sui satelliti artificiali, l'artista ne tenne puntualmente conto.

Tutto sommato, Caesar compì un'opera di divulgazione culturale come lo stesso Bonestell o Frank R. Paul, mettendo alla portata del vasto pubblico una quantità d'immagini di fronte alle quali difficilmente era possibile non provare curiosità. Una voIta italianizzato il suo nome Kurt (diminutivo di Konrad) in Corrado, la sua firma divenne semplicemente un misterioso "c. caesar" scritto minuscolo. Il suo apporto di copertinista per I Romanzi di Urania durò fino al febbraio 1959, mese in cui apparve la sua ultima fatica mondadoriana. Nel frattempo, ormai dimenticati i fumetti e identificato definitivamente con la fantascienza, collaborò anche a Oltre il Cielo e Cronache del Futuro, due pubblicazioni romane che godettero troppo brevemente il prestigio del suo intervento.

Gli anni '60 videro il suo declino: la morte della moglie dopo una lunga malattia lo rovinò economicamente, e con il figlio si trasferì nel paesino di Bracciano. Orrmai il suo stile fantascientifico era considerato superato: non gli restò quindi che tornare al fumetto per alcuni editori romani e per la Fleetway di Londra. Il suo canto del cigno fu però sempre nell'ambito della fantascienza: lo vollero di nuovo in Germania, alla Moewig Verlag di Monaco, per illustrare Perry Rhodan, lunghissima saga spaziale tradotta in tutto il mondo, Italia compresa, e che rappresenta ancora oggi per i tedeschi la quintessenza del genere, l'equivalente di Urania per gli italiani. Morì per un infarto il 12 luglio 1974.


Home Pagina 1 Pagina 3