Com'era già accaduto con l'auto del futuro, nel 1927 Buckminster Fuller pensò bene di cimentarsi nella "casa del futuro", la 4-D Dymaxion House. E anche stavolta, nonostante l'interesse destato agli inizi, si ritrovò con un fiasco. In un'epoca in cui quasi tutte le abitazioni avevano ancora latrine esterne, Fuller ideò un bagno di plastica fuso in un solo pezzo, che riuniva tutti i sanitari in un solo metro quadrato e 1/2. Un altro congegno avrebbe riunito insieme macchina da scrivere, calcolatrice, telefono, radio, fonografo, fotocopiatrice, e perfino la TV. Un ennesimo aggeggio avrebbe lavato e asciugato i panni in tre minuti. All'inizio contemplò l'idea di una abitazione di forma esagonale, che, per risparmiare sull'uso del terreno, era sospesa in aria, sorretta da cavi appesi ad un pilone centrale. La forma delle stanze avrebbe seguito le diagonali dell'esagono. Le pareti sarebbero state trasparenti, i pavimenti di gomma rigida. La struttura portante sarebbe stata in alluminio. Con lo stesso principio si sarebbero potute erigere delle torri di 10 appartamenti (munite di turbina eolica in cima, per l'elettricità!). La sua intenzione era fabbricare questi alloggi in serie come le automobili, con dei tocchi personali, e trasportarli con elicotteri. Durante la II Guerra Mondiale, in cui occorrevano alloggiamenti immediati per le truppe, Fuller propose un modello di semplicissima costruzione, chiamato Dymaxion Dwelling Machine, che poteva essere spedito ovunque dentro un... barattolo e montato in poche ore. Un prototipo di 11 metri di diametro fu finalmente costruito a Wichita nel 1946. Pur basandosi su principi simili ai precedenti, invece che esagonale era rotondo, e anche il tetto era curvo. Le pareti non erano più trasparenti, ma anch'esse d'alluminio, e l'impiantito di legno. Alla fine fu venduto per... un dollaro.

A SINISTRA: MODELLO DI 4-D DYMAXION HOUSE, 1927. A DESTRA: WICHITA HOUSE COMPLETATA E BIDONE CONTENITORE, 1946 © Buckminster Fuller Institute

Nel 1948 Fuller e i suoi allievi ebbero l'idea di una casa pieghevole, lunga 25 piedi, e alta e larga 8 piedi, da poter trainare come una roulotte. Una volta dispiegata, avrebbe potuto ospitare confortevolmente sei persone, con camera da letto, soggiorno, cucina e perfino due bagni. Sfortunatamente, mancavano muri e tetto.

CASA PIEGHEVOLE © Buckminster Fuller Institute

Sempre dopo la II Guerra Mondiale, fu un certo Lustron che provò, con maggior fortuna di Fuller, a smerciare case prefabbricate interamente con 12 tonnellate di pannelli d'acciaio. Dopo una grossa campagna pubblicitaria ne vennero infatti costruite e vendute circa 2500, e in gran parte sono ancora abitate (i proprietari si divertono ad attaccare calamite alle pareti!). Le abitazioni di Lustron somigliavano quasi del tutto alle tipiche case unifamiliari americane, con normali tetti, finestre e verande: potevano essere personalizzate, dipinte nel colore desiderato, e perfino unite insieme. Tuttavia si rivelarono troppo costose. Il sogno delle case costruite in serie fu ravvivato dall'avvento della plastica: probabilmente i primi prototipi furono realizzati in Francia nel 1956, da Coulon, Schein e Magnant, e seguiti da molti altri. Una rivista elencò ben 72 prototipi di case di plastica realizzati fra il 1956 e il 1971.

IN ALTO: PUBBLICITA' DELLA CASA METALLICA LUSTRON (A SINISTRA) E CASA DI PLASTICA FRANCESE DEL 1956 (A DESTRA). SOTTO: CASE DI PLASTICA TEDESCHE, 1971 (A SINISTRA) E PROTOTIPO DI METALLO E VETRO, ANNI '60 (A DESTRA). IN FONDO: PROTOTIPO DELL'ARCHITETTO FREDERICK KIESLER (A SINISTRA) E CHEMOSPHERE HOUSE, 1960 (A DESTRA)

Nel 1957, una casa di plastica, progettata dalla Monsanto Corporation e costruita al MIT da tali Dietz, Heger e McGarry, fu esposta a Disneyland e sfortunatamente venne distrutta alla fine degli anni '60. Aveva quattro ali identiche e poteva essere visitata. All'ingresso una voce dava il benvenuto e recitava: "Le quattro ali sono formate da quattro sezioni unite insieme. Gli impiantiti su cui state camminando, le pareti dolcemente curve intorno a voi, e perfino i soffitti sono di plastica. Mobilio e strumenti, come la casa stessa, sono creati dall'uomo quasi al 100%. Gli architetti che l'hanno concepita hanno cercato di sviluppare un disegno logico per consentire la normale vita familiare. Eppure, al tempo stesso, erano determinati a costruire una casa libera da nozioni preconcette. La versatilità e la bellezza delle fibre sintetiche sono dimostrate ovunque. Il pavimento di vinile Corlon ha uno strato imbottito per offrire silenzio e quiete. L'Acrilon è usato per i lussuosi tappeti e la pratica moquette, e per rivestimenti colorati e durevoli. Notate specialmente il sofà curvo del soggiorno, dalla copertura simile a pelliccia. Altri deliziosi e soffici tessuti sono una combinazione di acetato, rayon, e nylon. Altre infinite capacità della plastica sono visibili nella cucina della General Electric, con una decorativa superficie in Textolite e il pavimento coperto di vinile Armstrong. I laminati in Melanina sul bancone e le superfici degli armadietti, e la carta da parati in vinile, sono lavabili con una facilità da deliziare la massaia. Anche nelle zone esterne le plastiche e fibre Monsanto sono colorate e resistenti alle intemperie. Gli architetti e ingegneri che hanno realizzato la Casa del Futuro Monsanto l'hanno concepita perché si adattasse egualmente alle coste rocciose del New England, le pianure del Midwest, le zone rurali del Sud, o il maestoso deserto del grande Sudovest".

CASA DEL FUTURO, MONSANTO CORPORATION

"Il 'centro alimentare' della Casa del Futuro" proseguiva il discorso, "è progettato per non sembrare una cucina quando non è in uso. Le unità di refrigerazione scompaiono dietro pannelli di plastica al tocco di un pulsante: i visitatori vi troveranno anche un apparecchio di cottura a microonde, una lavastoviglie a ultrasuoni allestita in una struttura che serve anche da tavolino, e un supporto regolabile elettronicamente che permette di alzare e abbassare i lavelli secondo l'altezza degli adulti e dei bambini. Due sistemi centrali sono il controllo del clima e il centro comunicazioni. Il controllo del clima regola temperatura e umidità di ogni singola stanza, purifica l'aria, elimina odori indesiderati e aggiunge aromi di pino, brezza marina o fiori. Quanto alle comunicazioni, degli schermi permettono all'utente di vedere la persona all'altro capo della linea, o chi suona alla porta anteriore". Ci andarono 20 milioni di visitatori e ciò la rende la "casa del futuro" più famosa di tutti i tempi.

CASA FUTURO, DI MATTI SUURONEN, 1968

Nel 1968 l'architetto finlandese Matti Suuronen presentò il prototipo di una casa di poliestere a forma di UFO, di 8 metri di diametro e 4 d'altezza, sorretta da zampe regolabili, che, come la Dymaxion di Fuller, avrebbe dovuto essere trasportata in elicottero ovunque. "Il perfetto disegno della nave spaziale riflette l'architettura del domani. L'era della plastica sta per iniziare" affermò una rivista. Le prospettive di Suuronen sembravano migliori di quelle di Fuller: una cinquantina delle sue creazioni furono prodotte o spedite in tutto il mondo, dal Texas all'Australia al Giappone, fino all'URSS. La casa, denominata Futuro, era in grado di accogliere 8 persone e concepita espressamente per passarvi le vacanze. Progettata per il clima gelido della Finlandia, al centro si trovava un caminetto. "Centinaia di milioni di persone vi passeranno il loro tempo libero negli anni '80" predisse nel 1971 un certo professor Rudolph Doemach, "e dopo i test preliminari sarà probabilmente possibile usare la plastica anche per i palazzi d'appartamenti". In una mostra ebbe 50.000 visitatori. Sfortunatamente il vertiginoso aumento del prezzo del petrolio pose fine al sogno delle case di plastica proprio allora.


MUSICA DA ASCOLTARE NELLA TRANQUILLITA' DOMESTICA? NIENTE DI MEGLIO CHE UN BRANO TRATTO DAL FILM INVADERS FROM MARS, DI CHRISTOPHER YOUNG

MUSIC TO LISTEN IN DOMESTIC TRANQUILITY? NOTHING BETTER THAN A TRACK FROM THE FILM INVADERS FROM MARS, BY CHRISTOPHER YOUNG

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