Nel 1964 la mostra Futurama, simile alla precedente ma aggiornata, fu nuovamente allestita a New York durante un'altra Fiera Mondiale, e descritta da Oriana Fallaci nel celebre libro Se il sole muore. E anche questa volta fu preparata e sepolta una capsula del tempo, come anche all'Expo '67 di Montreal e all'Expo '70 di Osaka. La capsula del 1964, in acciaio inox e vetro pyrex, conteneva un campionario di oggetti molto più modesto, tra cui carte di credito, un bikini, lenti a contatto, penna a sfera, radio a transistor, tranquillanti, pillole contraccettive, grafite presa dal primo reattore nucleare di Fermi, fibre sintetiche, un frammento di capsula spaziale Mercury, i soliti microfilm, la solita musica, e la solita Bibbia "aggiornata". Ecco cosa scrisse Se il sole muore:

SPEDIZIONE LUNARE E STAZIONE SPAZIALE © Arnoldo Mondadori Editore, Bill Cotter and others

"A prima vista sembrava un Tunnel dell'Amore, quello dove gli innamorati si abbracciano indisturbati nel buio. Era infatti un tunnel senza luce dove sedili allineati scorrevano lungo un tapis-roulant. Lo spettacolo si svolgeva ai lati sicché per seguirlo bisognava continuamente girare la testa come alle partite di tennis. Una voce lo commentava insieme a una musica eroica: Beethoven, mi pare, suonato sull'organo Hammond. Durava mezz'ora ed era continuo come le proiezioni di un film al cinematografo.

OPERAZIONI IN ANTARTIDE © Arnoldo Mondadori Editore, Bill Cotter and others

"Il percorso incominciava in un cosmo luccicante di stelle mentre una voce fuori campo gorgogliava commossa: 'Benvenuti al viaggio nel futuro, un viaggio per tutti nell'ovunque di domani. Esploriamo insieme il futuro, un futuro di libertà e non di sogni: poiché ciò che vedremo è niente in confronto al domani del domani. Ecco, è già domani'. Su queste parole infatti partimmo e subito raggiungemmo la Luna che a destra era una palla di plastica sospesa nel vuoto e a sinistra un paesaggio di rocce su cui gli astronauti volavano con enorme cautela servendosi di cinture-razzo. Gli astronauti avevano le dimensioni dei burattini e tutto ovviamente era su scala ridotta: però molto presto si entrava nel gioco e tutto ridiventava normale.

ATTIVITA' NEGLI ABISSI MARINI © Arnoldo Mondadori Editore, Bill Cotter and others

"Era normale anche la disinvoltura con cui si passava dalla Luna alla Terra: dopo qualche minuto scendemmo subito in Terra. Anzi sott'acqua, nel mare. Nel mare c'erano alberghi, sale da ballo, campi da tennis, acquaporti, ospedali, grattacieli, villette intorno alle quali i pesci nuotavano per non farci rimpianger gli uccelli o piante marine crescevano per non farci rimpianger l'erba. E intanto passavano sottomarini a forma di treni, di tassì, di auto da corsa, di bus. Una normale città negli abissi. La voce del commentatore tuonò:

CITTA' NELLA GIUNGLA (IN ALTO), BULLDOZER CHE TAGLIA ALBERO CON UN RAGGIO LASER (IN BASSO A SINISTRA), MACCHINA COSTRUTTRICE DI STRADE (IN BASSO A DESTRA) © Arnoldo Mondadori Editore, Bill Cotter and others

"'Il mare. Tre quarti della Terra giacciono nelle oscure profondità del mare. Un mondo d'acqua che finora non abbiamo sfruttato ma che è fonte di ricchezza infinita, nutrimento infinito, e può sostenere una popolazione pari a sette volte quella terrestre. Andiamoci dunque coi treni sottomarini, viviamoci dunque in case sottomarine, spostiamoci in automobili e tassì sottomarini: per i nostri weekend ecco l'albergo Atlantis, un incanto di comodità riunite nei giardini del mare'.

CASE FUTURIBILI © Arnoldo Mondadori Editore, Bill Cotter and others

"Saltammo fuori dall'acqua, fummo all'Equatore. Rugiadose foreste ci avvolsero: tra uno svolazzare di uccelli, uno strillare di scimmie penzolanti a liane, un profumo sano di erba e di fiori. Stupende orchidee si gonfiavano al sole, dolci banane maturavano in grappoli d'oro. E un mostruoso bulldozer, avanzando con apocalittiche falciate di morte, tagliava quel paradiso: per costruirvi città.


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