Negli anni della Guerra Fredda era inevitabile l'idea di usare la Luna per scopi militari, partendo dal principio "Chi controlla la Luna controlla la Terra". Nel 1958 Homer A. Boushey, generale dell'U. S. Air Force, affermò che il nostro satellite sarebbe stato ideale per lanciare missili nucleari contro la Russia: "Se avessimo una base sulla Luna, i sovietici dovrebbero sferrare uno schiacciante attacco atomico contro di essa due o tre giorni prima di attaccare gli Stati Uniti, e una cosa simile non potrebbe passare inosservata. Oppure la Russia potrebbe attaccare per primi gli USA, ma solo e inevitabilmente per ricevere, dalla Luna, 48 ore dopo, certa e massiccia distruzione".

Dal canto suo, Wernher von Braun, ritenuto il massimo cervello del programma spaziale USA, disse: "Non credo che gli americani cederanno il loro Paese al Comunismo internazionale. Il dominio dello spazio è la più grande avventura dell'uomo, e mi sembra che dovremmo rimboccarci le maniche, sputarci sulle mani e metterci all'opera! Il Mondo Libero si attende da noi risultati, non promesse; supremazia, non alibi".

BASE MILITARE LUNARE (SINISTRA), E BASE SOTTO UNA CUPOLA (A DESTRA, ILLUSTRAZIONE DI ROY G. SCARFO, © Scarfo Studio)

Di conseguenza, nel 1959 fu commissionato ai genieri dell'U. S. Army uno studio su un fortilizio lunare permanente, denominato Progetto Horizon. Questo è finora, per quanto se ne sa, l'unico progetto esistente di base lunare militare. Il primo sbarco di due soldati sulla Luna sarebbe dovuto avvenire nel 1965. Appena un anno più tardi, dopo 61 lanci di razzi Saturn, si sarebbe potuto creare un avamposto per 12 uomini, e con tutta la solita dotazione di un accampamento militare. La base doveva essere formata da serbatoi metallici cilindrici, larghi 3 metri e lunghi 6, alimentati di energia da due reattori nucleari e infine sepolti nel sottosuolo (portando dalla Terra anche un bulldozer!) come protezione contro sbalzi di temperatura, raggi cosmici e meteore. Le armi a disposizione sarebbero state missili, mine e bombe a mano: per proteggersi, i soldati avrebbero indossato scintillanti tute di metallo solido. Come veicoli di lancio sarebbero stati usati vettori Saturn I e II, lanciati da otto rampe sulle coste del Brasile (come oggi l'Ariane dalla Guyana).

ILLUSTRAZIONI DI FRANK TINSLEY, PROGETTI IGNOTI

Nel 1961 fu la volta dell'Air Force, che tuttavia si limitò a presentare il Progetto Lunex, un avamposto simbolico di tre soli uomini disarmati. Il primo sbarco sarebbe avvenuto nel 1967, e la base sarebbe stata pronta per il 1968. Il piano prevedeva l'uso di tecnologie ancora oggi avveniristiche, a partire dal modulo d'allunaggio: un'intera navetta spaziale lunga 16 metri, che sarebbe allunata in posizione verticale, poi rilanciata verso la Terra e fatta atterrare come lo space shuttle odierno.

CITTA' LUNARE SOTTO UNA CUPOLA, ILLUSTRAZIONE DI ROY G. SCARFO, © Scarfo Studio (CONCETTO DELLA GENERAL ELECTRIC, ALTEZZA 400 METRI, DIAMETRO 2 CHILOMETRI)

Tornando alle basi non militari, nel 1964 fu la volta della Boeing, che propose un'estensione del progetto Apollo già in corso. In pratica, dei moduli più grossi lanciati dal Saturn V, chiamati LESA e composti da due cilindri uno dentro l'altro, avrebbero consentito a 18 uomini di restare sulla Luna due anni. Infine, nel 1971, quando la gara lunare volgeva ormai al termine e fu annunciato che il Saturn sarebbe andato fuori produzione, la Rockwell adattò i progetti esistenti allo space shuttle, con 9 unità cilindriche più piccole per entrare nella stiva, e l'uso di veicoli di transito per farli arrivare sulla Luna, compresa una stazione in orbita lunare. La costruzione della base sarebbe dovuta iniziare nel 1985, includendo un osservatorio. Gli equipaggi, di soli quattro uomini, sarebbero stati rinnovati ogni anno. Naturalmente, anche tutti i progetti civili sarebbero stati approvvigionati d'elettricità da generatori nucleari.

CITTA' LUNARI SOTTERRANEE, ILLUSTRAZIONI DI ROY G. SCARFO © Scarfo Studio

John De Nike, della Martin Marietta, affermò nel 1964 che la sua compagnia stava progettando basi di tipi differenti, come palloni da gonfiare sulla superficie e tunnel sotterranei. Erano allo studio perfino scavatrici lunari per aprire i tunnel. Una volta avuta la base, sarebbero occorsi veicoli per la locomozione. Il celebre professor Hermann Oberth descrisse nel 1959 un rivoluzionario modello di trattore cingolato in grado di superare i burroni e scalare le ripide montagne che si credeva esistessero sulla Luna a quell'epoca. Come? Con un salto in alto di 125 metri, ottenuto tramite un pistone a gas compresso. Il veicolo sarebbe stato sormontato da un enorme giroscopio per mantenersi in equilibrio anche col pistone alzato: cioè, avrebbe saltellato su un trampolo...

IN ALTO A SINISTRA: BUFFA TUTA RIGIDA DI ALLYN HAZARD, 1959. IN ALTO A DESTRA: VEICOLO LUNARE DELLA GRUMMAN. IN BASSO A SINISTRA: ALTRI VEICOLI NASA E GRUMMAN. IN BASSO A DESTRA: POGO LUNARE

Nel 1962 l'ingegner Markow della Grumman Aircraft propose di usare ruote di metallo flessibile con molle al posto dei raggi. Nel 1966 tali Dobson e Fulton della NASA proposero un "verme lunare" lungo 12 metri e largo 3, in cui "la superficie del fondo si sposti in modo simile al movimento di serpenti e millepiedi, e capace di raggiungere discrete velocità su terreno accidentato". Per discrete velocità intendevano cinque miglia all'ora. Ma l'idea più accarezzata era che gli astronauti avrebbero volato con piccole unità a reazione, salendo diritto su un poggiapiedi, stringendo un volante come in motocicletta e via! Richard Wong, della Bendix Corporation, ipotizzò anche modelli per due o tre persone, sedute.

DUE VEICOLI INCREDIBILI: IL TRAMPOLO SALTELLANTE DI OBERTH E IL VERME GIGANTE DI DOBSON E FULTON

Fin dal 1964 anche i russi avevano inseguito un progetto di base lunare, chiamato Zvezda. "Disegnate la base" disse Sergei Korolev, l'equivalente sovietico di Von Braun "e io calcolerò come portarla lassù". Lo schema prevedeva nove cosmonauti dentro nove moduli gonfiabili lunghi 9 metri, sempre alimentati da reattori nucleari, così come nucleari sarebbero state perfino le auto lunari, con un'autonomia di centinaia di chilometri! Un aneddoto abbastanza bizzarro è che dagli oblò della base non si sarebbe visto il vero desolante esterno, ma rincuoranti immagini televisive della Madre Russia...


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