IMMAGINARIA STAZIONE SPAZIALE ANNI '60, CON NAVETTE © Robert McCall

"Da ragazzo" racconta "disegnavo cavalieri in armatura, e credo che i miei dipinti di astronauti in tuta spaziale siano identici... uomini avventurosi che rischiano tutto, fronteggiando nuove sfide". Sembra incredibile per un pittore, ma quando, nella Seconda Guerra Mondiale, cercò di arruolarsi volontario nell'Aviazione, fu quasi scartato perché... non distingueva i colori. Lo presero solo sui bombardieri, dove il suo disturbo non contava molto. Si trovò sui B-17 e B-29, da solo, in quella sfera di vetro che era il posto del mitragliere, da cui poteva vedere tutto il cielo intorno a sé. "Rammento d'aver pensato che non stavo nella pelle per entrare in quella bolla di cristallo nel muso dei B-17. A quel tempo avevano eliminato un sacco di cinghie e supporti metallici, e restava un singolo, meraviglioso globo trasparente in cui potevo infilarmi e godermi la vista già mentre decollavamo e atterravamo. E poi, naturalmente, quando eravamo lassù. Era un posto magnifico in cui essere e lo adoravo e facevo disegni e così via".

DIPINTO ISPIRATO DALLA PRIMA PASSEGGIATA SPAZIALE DI EDWARD WHITE © Robert McCall

Nel libro The Art of Robert McCall (Bantam Books, 1992), Ben Bova, autore dei testi, scrive: "Dopo la guerra, Bob si recò a Chicago, dove entrò nel ramo delle illustrazioni pubblicitarie. Il suo obiettivo era già quello di diventare un illustratore d'alto rango. 'Sapevo che chi arrivava in cima finiva per ritrovarsi a New York. Quindi il primo passo per me fu Chicago. Il mio interesse per l'arte risale alle favole che leggevo da bambino e, in misura minore, certe delle prime storie di fantascienza. Gli illustratori di queste favole furono un'altra ispirazione, e tentai di emulare e copiare la loro opera. Edmond Dulac ebbe grande influenza, come The Tales of Mystery and Imagination di Edgar Allan Poe, che aveva illustrazioni di un meraviglioso artista di nome Aubrey Beardsley, che lavorava solo con linee in bianco e nero. Così non fui ispirato solo dalle storie in sé, e dalle fantasie che contenevano, ma anche dai maestri che illustrarono libri per l'infanzia degli anni Venti, Trenta e Quaranta. Più tardi fui poi ispirato dai grandi maestri europei, inclusi Tiepolo, Delacroix, Rubens e Canaletto.'".

ASTROPORTO ORBITALE © Robert McCall

"McCall entrò nel programma spaziale proprio tramite l'Aeronautica" continua Ben Bova. "A metà degli anni '50 l'Aeronautica cominciò ad invitare artisti in visite alle basi e installazioni dell'aviazione in tutto il mondo. Lì gli artisti facevano schizzi, scattavano foto, e poi tornavano nei propri studi per produrre dipinti che annualmente l'Aeronautica presentava ad una cena speciale. Per Bob McCall, questa non fu solo una possibilità di stare con gli uomini e le macchine che amava ritrarre, ma anche un'opportunità di girare il mondo. Visitò per la prima volta il Louvre e gli altri grandi musei d'Europa, coi loro capolavori artistici. 'E riuscii a volare in un sacco di aeroplani' aggiunge, con un sorriso fanciullesco. 'Ma avrei dato chissà cosa per il permesso di stare sul seggiolino posteriore di un caccia a reazione'".

GRANDE HANGAR SPAZIALE © Robert McCall

McCall aveva quindi già una lunga esperienza come illustratore aeronautico quando a metà degli anni '50, come Bonestell, si presentò alla rivista Life. "Stava proprio per arrivare il momento giusto" ricorda "e mi resi conto che saremmo davvero andati sulla Luna. Con in mente l'idea che ci sarebbe stato un giorno in cui tutti si sarebbero seduti ad assistere al lancio della nave spaziale, inviai a Life una lettera molto ingenua, dicendo che mi sarebbe piaciuto essere il loro inviato, quel giorno". Life non si mostrò interessata, ma inaspettatamente gli richiese 20 dipinti dell'attacco giapponese a Pearl Harbor. "Be', aerei e astronavi sono molto simili, naturalmente, e il genere di individui che progetta e costruisce navi spaziali è lo stesso che fabbrica aerei. E ho sempre ammirato i piloti. E desideravo essere uno di loro, ma più che essere un pilota, desideravo essere un artista che raffigurava i piloti nel meraviglioso ambiente del cielo e dello spazio".

SBARCO SU MARTE, ANCORA NEGLI ANNI '60 © Robert McCall


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