Ribatté Fuller nel 1969: "Una torre di un miglio è quattro volte l'altezza dell'Empire State Building. In mesi recenti, calcoli realizzabili solo dai computer hanno mostrato la fattibilità di una torre di 2 miglia e 1/2, che sarebbe alta approssimativamente 10 volte l'Empire State Building, quanto il monte Fuji. I calcoli mostrano che una torre simile, con la sommità racchiusa nel ghiaccio, potrebbe resistere a venti di 600 miglia all'ora, nonché ai terremoti". Una costruzione simile sarebbe stata il grattacielo di 850 piani, alto quattro chilometri e con fondamenta di trecento metri, con una popolazione residente di mezzo milione di persone, immaginato dall'inglese William Frischmann. Ma la supercostruzione più colossale di tutti i tempi fu proposta dall'architetto William Katavolos: una città di ghiaccio eretta al Polo Nord, alta 270 miglia. Avrebbe dovuto essere eretta esattamente sul Polo, altrimenti la forza centrifuga della rotazione terrestre l'avrebbe strappata via...

CITTA' IDEALI: PROGETTO DI LE CORBUSIER (IN ALTO A SINISTRA), BROADACRE CITY DI FRANK LLOYD WRIGHT (AL CENTRO) E PROGETTO DELL'ITALIANO ALESSANDRO GIORGI (IN BASSO), SUPERGRATTACIELI DI HUGH FERRISS, 1929 (A DESTRA)

Qualcuno sta addirittura cercando di costruirsi una città del futuro da solo, ma nonostante decenni di lavoro, è improbabile che ci riuscirà. Si tratta dell'architetto italiano Paolo Soleri e di Arcosanti, una comunità in pieno deserto dell'Arizona che in origine doveva essere una semplice struttura cubica alta 25 piani. Sebbene i lavori proseguano, nessuno sa quale potrebbe essere l'aspetto finale della cittadina. I progetti sono stati rimaneggiati varie volte. La costruzione venne iniziata nel 1970, con l'obiettivo di ospitare 5000 abitanti. Attualmente è solo un agglomerato di edifici dalle forme insolite, con un centinaio di residenti. Certamente, non raggiungerà mai l'aspetto mostrato in questo modello degli anni '70. Non si tratta dell'unico progetto avveniristico di Soleri, ma di una delle sue numerosissime "arcologie" (da "architettura" ed "ecologia"), ideate fin dai primi anni '60.

IN ALTO: MODELLO INIZIALE DI ARCOSANTI, ANNI '70. IN BASSO A SINISTRA: HEXAHEDRON. IN BASSO A DESTRA: MESA CITY (all © Cosanti Foundation)

L'obiettivo di Soleri era quello di creare megastrutture che occupassero solo il 2% dell'area di una città normale. Una fu Mesa City, una metropoli di due milioni di abitanti interamente sollevata dal suolo, dalle forme alte 250 metri e simili a colossali funghi, disegnata nel 1958. Collocata su un altopiano, si sarebbe dovuta estendere per 35 chilometri di lunghezza e 10 di larghezza, includendo un parco di 15 chilometri per 200 metri. Tre torri avrebbero raggiunto i 1000 metri d'altezza. Un'altra fu l'Hexahedron, una struttura alta 2100 metri e con 170.000 abitanti, immaginata nel 1964. In basso è possibile vedere Babelnoah, concepita per 6 milioni di abitanti, che avrebbe dovuto ergersi su palafitte alte 600 metri e culminare ancora in tre torri di 1700 metri, larghe 800. Soleri disegnò un enorme numero di città avveniristiche e continua a farlo. Alcune di queste erano addirittura incorporate in dighe, come Veladiga, con 15.000 abitanti e alta 250 metri (quanto le dighe attuali), fino a Babeldiga, con un milione e mezzo di abitanti stipati in una muraglia alta 2100 metri (ma per quale fiume?). Soleri dice che, paradossalmente, le sue opere tendono a miniaturizzare l'impatto dell'uomo sulla natura. "Il problema che mi trovo di fronte è l'attuale concezione di città alte solo qualche piano, che si estendono per miglia. Come risultato di tale estensione, trasformano letteralmente la Terra, mutando fattorie in parcheggi e sprecando enormi quantità di tempo ed energia per trasportare persone, beni e servizi in lungo e in largo. La soluzione che propongo è un'implosione urbana, piuttosto che un'esplosione".

BABELNOAH, DI PAOLO SOLERI © Cosanti Foundation

Si penserà: chissà che enormi parcheggi, chissà che traffico. Ma forse anche le auto, in città, sarebbero diventate superflue, e perfino... camminare. Nel 1967 l'architetto ginevrino Gabriel Bouladon previde: "La maggioranza degli spostamenti urbani riguardano distanze di due chilometri o meno. Ma il pedone del futuro non dovrà più coprire nemmeno distanze così brevi, perché i marciapiedi verranno rimpiazzati da nastri trasportatori funzionanti alla velocità di 10-15 km/h. Da questi il passeggero salirà, senza alcuna attesa, su treni sotterranei a ciclo continuo, che viaggeranno a 30-40 km/h senza mai fermarsi". L'idea di sostituire i marciapiedi con nastri trasportatori risale addirittura agli inizi del '900, ma è stata bloccata dall'impossibilità, per la gente comune, di salire e scendere dai nastri senza cadere. Nonostante alcuni schemi molto ingegnosi, il problema non è stato mai risolto.

TRE CITTA' FANTASTICHE. A SINISTRA: CITTA' VISIONARIA, 1908. IN ALTO A DESTRA: SCHIERAMENTO DI TORRI IDENTICHE, 1929. IN BASSO A DESTRA: PORTO DI SAN FRANCISCO CON "DISCOPTER" AL POSTO DELLE NAVI, 1947

Oltre alle città di superficie, ci sarebbero state anche città sotterranee, come quella progettata dall'architetto Max Abramovitz su incarico del governo americano, come rifugio antiatomico, e che sarebbe dovuta nascere nei pressi di Pittsburgh, incassata in un grande burrone dal nome "Panther Hollow", lungo un chilometro e mezzo. "All'era atomica corrisponde l'era sotterranea" scrisse un esperto militare. Ironicamente, Abramovitz la definì "La prima struttura del XXI secolo!" Ogni attività si sarebbe svolta sottoterra: in superficie sarebbero rimasti solo i pedoni e un parco pubblico. Sembra sempre ironico che in una città antiatomica l'energia sarebbe stata fornita da un reattore nucleare. Il burrone, che giungeva a 750 metri sotto la superficie, sarebbe stato illuminato e aerato da sette pozzi verticali. "I moderni edifici senza finestre, ad aria condizionata, simulano già da vicino l'ambiente sotterraneo" scrisse Glenn Seaborg, "e una densa e resistente copertura di roccia sarebbe un superbo scudo protettivo contro un'ecosfera inquinata". Del resto, già negli anni '30 il vate Herbert George Wells aveva previsto: "La città dell'anno Duemila sarà scavata nelle colline. Non sarà fatta di grattacieli".

SOPRA: CITTA' SOTTERRANEA DI ABRAMOVITZ. SOTTO: CITTA' ATOMICA DI ESQUIRE (A SINISTRA) E CITTA' SOMMERSA DELLA U. S. NAVY (A DESTRA)

Nel 1968 un'esplosione atomica sotterranea produsse una cavità a forma di sfera perfetta, del diametro di mezzo miglio, a 200 metri di profondità. La rivista Esquire suggerì di costruirci una città dentro. "Manhattan potrebbe avere mezza dozzina di queste città atomiche sotto la superficie, ognuna con adeguato spazio per fabbriche e magazzini nell'emisfero inferiore, alloggi sopra di questo, e pieno uso della sfera soprastante, forse, come schermo cinematografico. Mancherebbero il panorama e l'aria fresca, ma in fondo, bisogna considerare che già adesso la nostra aria dovrebbe essere filtrata e dalle finestre vediamo solo il muro di qualcun altro". Dal canto suo, nello stesso periodo l'U. S. Navy pensò addirittura di scavare città sotto il fondo degli oceani. "Forse sarà l'esaurimento delle risorse di carburanti e minerali disponibili sulla crosta terrestre che forzerà gli uomini a spingersi sempre più nelle profondità sotterranee" scrisse l'architetto francese Edouard Utudjan.


VOLETE UN PO' DI MUSICA FANTA-ARCHITETTONICA? ECCO UN BRANO TRATTO DAL FILM L'INFERNO DI CRISTALLO, DI JOHN WILLIAMS

WANT SOME SCI-FI ARCHITECTURAL MUSIC? HERE IS A TRACK FROM THE FILM THE TOWERING INFERNO, BY JOHN WILLIAMS

SPIACENTE, IL CD E' ESAURITO/SORRY, THE CD IS DELETED


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