Nel corso degli anni, prima che nel 1965 venisse dichiarato monumento nazionale e museo, vennero fatti molti progetti su come trasformare Ellis Island, l'isolotto al largo di New York dove un tempo sbarcavano e venivano spulciati gli immigrati che giungevano via nave. Frank Lloyd Wright pensò di ricavarne un formidabile complesso residenziale, con appartamenti in torri di vetro sostenuti da piloni di cemento. "Decorativi cavi d'acciaio reggeranno la grande terrazza circolare con cupole sul bordo. In queste cupole vi saranno scuole, arene sportive, ospedale, teatri. Giardini e piscine, fiori e fontane adorneranno la città rendendola simile a un gioiello, sospeso sull'acqua e da essa attorniato, privo di congestione e di rumore. Nessun veicolo sarà ammesso, soltanto marciapiedi e scale mobili e ascensori".

FRANK LLOYD WRIGHT, COMPLESSO RESIDENZIALE DI ELLIS ISLAND © Frank Lloyd Wright Foundation

Se non fosse stato per la Grande Depressione, il primato del più alto grattacielo del mondo non sarebbe andato all'Empire State Building, almeno per qualche tempo, ma al Larkin Building, pure a New York, progettato e approvato nel 1926. Doveva essere alto 1208 piedi, con 4800 finestre, e 59 ascensori. Ma fin dal termine dell'Ottocento era spuntata la proposta di edificare a Chicago il Faro del Progresso, una stele alta 500 metri. Il Ventesimo secolo non ha prodotto grandi opere di architettura religiosa, ma nel 1931 la Diocesi cattolica di Los Angeles chiese a Lloyd Wright (il figlio di Frank Lloyd, da non confondere col padre) di progettare una nuova cattedrale. Wright disegnò un grattacielo alto 950 piedi a pianta quadrangolare simmetrica, col motivo della croce su tutte e quattro le facciate. Se fosse stato realizzato, avrebbe oscurato ogni altro edificio religioso del pianeta. Wright lo descrisse così: "Illuminato con vetro colorato e plastica, tutti combinati a produrre un monumentale pozzo di luce. Banchi di ascensori rapidi ai quattro angoli della struttura serviranno al trasporto da sei piani sotto la superficie fino a 50 piani sopraelevati. Le croci ai quattro lati, con la facciata in vetro, saranno illuminate elettricamente di notte, producendo una colonna luminosa alta 800 piedi e larga 160. L'intera facciata della cattedrale diventerà un monumento al simbolo della croce. Il piano terra della cattedrale cimprende le seguenti aree: the narthex, nave, side aisles, and the four corner chapels. Sempre ai quattro angoli vi saranno uffici, la biblioteca, una scuola e un ambulatorio. All'incrocio centrale della struttura, adiacente all'altare maggiore, è appeso un pendolo. L'oscillazione del pendolo in continuo movimento, sopra la navata centrale and narthex, simboleggerà il moto della Terra e degli altri corpi celesti". Si può considerare religioso anche il "Monumento all'Uomo", concepito dal giapponese Isamu Noguchi nel 1947. Doveva essere... una faccia stilizzata, con il naso piramidale lungo un miglio, e abbastanza grande da essere visibile dal pianeta Marte. Ora, l'analogia con la presunta faccia umana visibile da noi terrestri proprio su Marte è davvero sconcertante...

LARKIN BUILDING (A SINISTRA), CATTEDRALE DI LOS ANGELES, 1931 (AL CENTRO) E MONUMENTO ALL'UOMO DEL 1947 (A DESTRA)

Nel 1929 l'architetto Hugh Ferriss illustrò due proposte fra le più bizzarre: innanzitutto, usare come vie i cornicioni dei futuri grattacieli. "Decine di disegni sono già stati prodotti, mostrando viadotti al ventesimo piano! In alcuni concetti gli stessi pinnacoli delle torri più alte sono connessi da una rete di ponti. Seguendo questo modo di pensare, tutte le rientranze degli edifici potrebbero essere allineate e trasformate in autostrade. Sarebbe possibile guidare lungo le facciate dei palazzi, al quinto, decimo o ventesimo piano. Automobili sotto, automobili sopra! Inoltre, ci sarebbero gli aeroplani..."

CONCETTI DI HUGH FERRISS: STRADE SOPRAELEVATE (A SINISTRA) E CITTA'-PONTI (A DESTRA), 1929

"A un recente congresso" scrisse Ferriss, "l'architetto Raymond Hood ha esposto plausibilmente la possibilità di usare le strutture dei ponti per appartamenti ed uffici. Alla base dei piloni, alti cinquanta o sessanta piani, vi sarebbero approdi per battelli, yacht e idrovolanti... e ci vorrebbe solo un minuto d'ascensore per raggiungere la propria porta. Seri studiosi hanno affermato che il progetto non sarebbe solo strutturalmente solido, ma presenterebbe grandi vantaggi finanziari". Anche al posto del Golden Gate, a San Francisco, si pensò di costruire una di queste strutture. Un'altra idea fu quella di sostituire le corsie aperte dei ponti con delle gigantesche tubazioni, per evitare il vento e il freddo. Altrettanto fantastica fu la proposta di Norman Bel Geddes nel 1930... costruire di fronte a New York un aeroporto galleggiante e in grado di navigare. Fin qui nulla di strano, ma gli aerei non avrebbero dovuto virare per il decollo o l'atterraggio. Invece, sarebbe stato l'intero aeroporto, lungo quasi un chilometro, a rivolgersi nella loro direzione, propulso dalle eliche!

CITTA' DEL FUTURO SECONDO AMAZING STORIES, ANNI '40

In Inghilterra, la stessa Pilkington Glass Co. che aveva sponsorizzato il progetto di una città marina, si interessò nel 1959 a quello di Motopia, concepito da Geoffrey A. Jellicoe. Anche in questa città di 30.000 abitanti le automobili avrebbero circolato su tetti e terrazze (insonorizzati, ovviamente), ma la differenza rispetto a Ferriss è che gli edifici sarebbero stati non pió alti di cinque piani, e separati da canali e laghetti, in modo da formare "una Venezia del XX secolo". Un solo palazzo per uffici avrebbe raggiunto i venti piani. I trasporti aerei sarebbero stati assicurati da un eliporto chiamato Skyport One, progettato da James Dartford e con piattaforme alte 150 metri, sorrette da colonne di 40 metri di diametro. Elicotteri-navetta per 40 passeggeri avrebbero fatto continuamente la spola.

A SINISTRA: MOTOPIA, 1959. A DESTRA: SKYPORT ONE

Fra i più stravaganti edifici mai progettati, un posto di prim'ordine va senza dubbio al "Centro di piaceri sessuali" del francese Paul Maymont: aveva la forma di un seno gonfio, in mezzo a un parco, rivolto col "capezzolo" in alto. Il visitatore sarebbe salito lungo un nastro trasportatore a spirale, e in varie sezioni avrebbe potuto godere, oltre che del sesso, di mezzi audiovisivi, di profumi, suoni, luci multicolori. Tutto l'interno dell'edificio sarebbe stato rosso chiaro, e riempito di morbide strutture gonfiabili. Un altro posto va alla casa anti-uragani concepita da Edwin A. Koch, di forma aerodinamica, con un'estremità appuntita e in grado di ruotare su se stessa per "prendere meglio" il vento. A Parigi fu ideata una torre-aeroporto alta 1500 mentri, da cui gli aerei, in caso di guerra, avrebbero potuto tuffarsi giù senza bisogno di piste per decollare (a quanto pare, l'atterraggio non era contemplato). Un'altra torre alta mezzo miglio sarebbe stata avvolta in una colossale rampa a spirale, che avrebbe consentito alle auto di raggiungere la cima dopo decine e decine di giri.

IN ALTO A SINISTRA: IL PROTOTIPO DEL ROBOT, NELLA RAPPRESENTAZIONE ORIGINALE DEL DRAMMA R.U.R. AL CENTRO: ELECTRO DELLA WESTINGHOUSE, 1939. A DESTRA: SABOR DI AUGUSTE HUBER. IN BASSO: ROBOT NON IDENTIFICATI

Chi si sarebbe preso cura di città e case del futuro? I robot, naturalmente. Uno svizzero, Auguste Huber, costruì un'intera dinasta di robot Sabor, dal modello I fino al V, nel 1960. Sabor IV, del 1938, era alto 2 metri e 25, pesava 200 chili, ed era telecomandato. Poteva fare 24 movimenti. Un anno più tardi, alla Fiera di New York, la Westinghouse presentò Electro, con tanto di cane-robot al seguito. "Electro, che pesa 80 kg ed è alto 2 metri e 10, può camminare, parlare, contare sulle dita fino a dieci, fumare, distinguere i colori e salutare. Electro reagisce agli ordini che gli vengono dati parlando in un microfono". Il cane Sparko camminava, stava sulle zampe posteriori e abbaiava, e si avvicinava ai visitatori percependo il loro calore corporeo. Nel 1964, sul New Scientist, il professor Meredith W. Thring previde automi domestici in grado di spazzare, spolverare, lavare i piatti, preparare la tavola e rifare i letti, forse con sembianze umane, o forse solo scatole ambulanti con più di due braccia e mani.


COSTRUTTORI COSI' CORAGGIOSI MERITANO UNA FANFARA COME QUELLA DAL FILM GIOCHI STELLARI, DI CRAIG SAFAN

BUILDERS SO ARDITE DESERVE A FANFARE LIKE THIS, FROM THE FILM THE LAST STARFIGHTER, BY CRAIG SAFAN

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