Delgado aveva ovviamente iniziato con gli animali. "Gatti e scimmie si comportavano come giocattoli meccanici", scrisse. "Secondo il pulsante premuto, muovevano zampe anteriori e posteriori, coda, tronco, testa e orecchie. Talvolta l'animale si opponeva alla reazione e non presentava il movimento richiesto: ma se lo stimolo veniva rafforzato, la resistenza scompariva e la cavia reagiva come era stato ordinato. Se tenevamo fermo l'animale per impedirgli di reagire, questo si dibatteva per poter eseguire l'ordine che aveva ricevuto con l'eccitazione cerebrale". La più spettacolare e reclamizzata impresa di Delgado fu quando, sceso in un'arena, telecomandò un toro che doveva essere abbattuto perché troppo aggressivo. La bestia stava per caricarlo. Ma anche il toro aveva elettrodi in testa, e, quando Delgado attivò il suo apparecchio, l'animale si fermò, si girò e trotterellò via pacificamente. "Fu una combinazione di effetto motorio, costringendo il toro a voltarsi da parte, più inibizione comportamentale dell'aggressività". Dopo altre applicazioni, il toro divenne definitivamente mansueto. Si aprirono possibilità molto interessanti: una scimmia con i fili nei punti giusti, in preda a un folle desiderio sessuale, s'accoppiò 180 volte in novanta minuti! Al momento di passare alle cavie umane, una ragazza nota per il suo senso del pudore, sottoposta alla stimolazione del cervello, si trasformò all'istante in una scatenata ninfomane e cercò di sedurre gli stessi scienziati che la esaminavano. Comunque, Delgado mirava a creare una "società psicocivilizzata", eliminando tutti gli istinti negativi. "Dovremmo tentare di avviare nei bambini, quanto più piccoli possibile, un programma di psicogenesi".

IL PROFESSOR DELGADO ALLE PRESE COL TORO

Si pensò anche di liberare le donne dal peso della gravidanza, perché i feti si sarebbero sviluppati "ectogeneticamente" in uteri artificiali. Per quanto sembri incredibile, il pioniere di questo tipo di ricerca fu proprio un italiano, il bolognese Daniele Petrucci, che nel 1961, con la collaborazione della dottoressa Laura De Pauli Santandrea, mantenne in vita embrioni umani in contenitori di vetro prima per 29 giorni, poi per 59. Il feto più sviluppato mostrava occhi, orecchie, bocca, e un battito cardiaco. Petrucci dichiarò in TV di avere l'appoggio del Vaticano, che vedeva la possibilità di portare alla maturità e alla "nascita" anche i feti abortiti. Ma quando si spinse "troppo oltre" fu condannato dai colleghi e dall'Osservatore Romano. Petrucci rispose: "Sono un uomo religioso e Dio sa che non ho commesso niente di male. Il tempo mi darà ragione". E abbandonò gli esperimenti. Ma nel 1966 i "soliti" ignoti scienziati russi annunciarono di aver mantenuto in vita i feti per sei mesi, fino a farne veri bambini dalla sorte ignota.

FETI UMANI IN UTERI MECCANICI, ANNI '60

Un altro che interruppe i propri sforzi fu Robert J. White, un chirurgo di Cleveland che nel 1963 riuscì a far sopravvivere per molte ore un cervello di scimmia estratto dal corpo. Dopo un intervento analogo, lo scienziato Leo Massopust dichiarò: "L'attività del cervello è in gran parte migliore di quando faceva parte del corpo. Ho perfino il sospetto che, una volta liberato dai sensi, possa pensare più in fretta. Che genere di pensiero, non saprei dirlo..." Subito dopo, White riuscì a trapiantare, sempre per breve tempo, due teste su uno stesso cane e infine, nel marzo 1970, una testa da una scimmia all'altra. La testa poteva vedere, sentire, muovere i muscoli facciali, e mordeva chiunque gli capitasse. Il tutto durò due settimane. I suoi esperimenti fecero nascere il mito che presto sarebbe stato possibile trapiantare la testa di un vecchio sul corpo di un giovane, e infine eseguire direttamente il trapianto del cervello umano. Tuttavia anche White era un devoto cattolico (addirittura consulente etico del Papa) e non ebbe il coraggio di spingersi fino a tal punto, pur continuando a dire di essere pronto. Inoltre, nessuno ha ancora risolto il problema di come collegare le terminazioni nervose del vecchio cervello al nuovo corpo, che resterebbe quindi totalmente paralizzato.

CORPO IBERNATO (SINISTRA), APPARECCHIO PER IBERNAZIONE PORTATILE (A DESTRA IN ALTO), SERBATOI D'IBERNAZIONE (A DESTRA IN BASSO)

Un'ennesima idea popolare negli anni '60 fu quella dell'"ibernazione" propugnata da Robert Ettinger, uno sconosciuto insegnante di liceo: Ettinger affermava che i malati incurabili avrebbero dovuto farsi congelare, per essere riportati in vita e curati dai medici del futuro. E un certo James Bedford si fece ibernare già nel 1967. Nel libro del 1969 L'uomo non deve morire, Enzo Biagi asserì: "La Life Extension Society di Washington ha già raccolto un migliaio di seguaci. Lo studente Steven Jay Mantell, di 24 anni, ucciso da una infezione ghiandolare, ha chiesto e ottenuto di essere inumato in una tomba ultramoderna munita di termostato, affinché, quando sarà possibile guarire il suo male, ci sia la possibilità di resuscitarlo: l'hanno chiuso in un cilindro di acciaio, nel quale la temperatura costante è -196. Il cadavere ha subito una serie di penose operazioni: iniezioni di eparina per mantenere fluido il sangue, bagno in azoto liquido, massima cura per evitare le lesioni organiche. Al momento ritenuto opportuno per il risveglio, si dovrebbe procedere a un progressivo disgelo". A far uscire Ettinger dall'anonimato fu il libro Ibernazione nuova era (Rizzoli, 1967), dove affermava che i posteri avrebbero riparato ogni danno: "I medici del futuro procederanno forse nel modo seguente: prima di tutto riattiveranno la respirazione e la circolazione; poi rimetteranno in sesto o sostituiranno l'organo difettoso che era stato la causa della morte; quindi cureranno ogni eventuale malattia acuta e faranno le altre riparazioni biologiche urgenti; infine, e con comodo, effettueranno una revisione e un ringiovanimento di tutto il corpo".

FASI DELL'IBERNAZIONE © Trans-Time Inc.

L'intenzione di Ettinger era quella di lanciare una vera crociata a favore dell'ibernazione, spingendo la gente a farsi congelare dopo la morte anche a costo di gravi sacrifici economici: "Questo non è un hobby o un argomento di conversazione. E` la principale attività di questa fase delle nostre vite; è la lotta per la sopravvivenza. Guidate un'auto usata se il costo di una nuova interferisce. Divorziate da vostra moglie se non vi darà retta. Risparmiate denaro; trovate un altro lavoro e guadagnate di più. Qualche volta uno sciocco si prenderà gioco di voi, ma non curatevene. Occorre assolutamente specificare questa volontà nel proprio testamento, e ottenere la promessa della cooperazione del parente più stretto che ci si aspetta possa sopravvivere a noi. Un altro passo ovvio è ottenere la promessa di collaborazione del vostro medico in caso di decesso. Alcuni medici coraggiosi potrebbero perfino acconsentire a surgelare il soggetto prima della morte naturale, con tutti i vantaggi di una preparazione non improvvisata e di un corpo in condizioni migliori. Non sarebbe stilato nessun certificato di morte e la persona surgelata verrebbe considerata un ammalato, e non un cadavere". Secondo una diffusa leggenda; anche Walt Disney fu tra i primi ibernati, e le sue spoglie si troverebbero nel sottosuolo di Disneyland.

AGGEGGI FUTURIBILI SU MODERN MECHANIX, POPULAR SCIENCE E ALTRE RIVISTE

Nella visione di Ettinger, i genitori avrebbero potuto far ibernare i vecchi gravemente handicappati o i vecchi in stato di demenza senile. Molta gente avrebbe anche potuto suicidarsi deliberatamente per risvegliarsi in un futuro diverso e senza problemi: in questo caso, non bisognava danneggiare troppo il corpo gettandosi dalla finestra o sotto la metropolitana. Anche le vittime di omicidio, scrisse Ibernazione nuova era, avrebbero potuto facilmente tornare a nuova vita: "La nefandezza del crimine e dell'assassinio dipenderà non solo dai motivi e dalle circostanze, ma anche dai danni inflitti alla vittima. Se la vittima verrà inzuppata di benzina e incendiata, o macinata nel tritarifiuti, o nascosta in una palude e lasciata in pasto agli alligatori, sarà un omicidio barbaro. Ma se le si trapasserà il cuore con una pallottola e se verrà presto recuperata e ibernata, sarà un tipo di omicidio più civile". Ettinger fece poi umoristicamente notare: "Nel caso di un individuo senza fede, le persone pie dovrebbero accogliere con gioia l'occasione di prolungargli la vita, aumentando così le probabilità di salvezza. Lasciarlo morire significherebbe forse condannare la sua anima all'inferno: l'ibernazione darebbe forse ai missionari futuri un'altra possibilità di redimerlo". In mancanza di celle frigorifere per tutti, i poveri del Terzo Mondo avrebbero dovuto accontentarsi di fosse isolate termicamente con paglia e raffreddate con ghiaccio secco. Molti corpi avrebbero potuto semplicemente essere scaricati in Alaska o in Siberia. Tuttavia, c'era un lato negativo: "Quando un resuscitato uscirà dall'ospedale potrebbe far pensare a un mosaico pazzesco. I suoi organi interni, cuore, polmoni, reni, fegato e tutto il resto, saranno forse innesti provenienti da cellule di qualche altro donatore, fatti crescere in manicomio e trapiantati. Le stesse cellule cerebrali potranno essere quasi tutte nuove, rigenerate partendo dalle poche cellule originali che potranno essere salvate: alcuni dei ricordi e dei tratti originali della personalità, ricavati da registrazioni, potranno esservi impressi grazie a microtecniche chimico-fisiche".


IN QUESTA PAGINA MACABRA (MA CON QUALCHE SPERANZA), ECCOVI UN BRANO DEL FILM DEMON SEED, DI JERRY FIELDING

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